Ansia da variante Covid: perché alcuni sono ancora in allerta mentre altri no?
Con l’emergere di nuove varianti del Covid-19, come quelle recentemente segnalate a livello globale, le reazioni delle persone appaiono sempre più divise. Mentre alcuni restano in costante allerta e seguono ogni aggiornamento con apprensione, altri sembrano ormai emotivamente distaccati. Ma cosa determina queste risposte così diverse? Il fenomeno coinvolge dinamiche psicologiche complesse, che includono ansia, resilienza, memoria emotiva e capacità di adattamento.
Affaticamento emotivo e saturazione informativa
La pandemia da coronavirus ha provocato un’esposizione prolungata a contenuti allarmanti e carichi di tensione. Questo ha coinvolto in modo diretto i meccanismi cerebrali deputati alla gestione dello stress. Dopo anni di notizie spesso drammatiche, molte persone hanno sviluppato una sorta di “anestesia emotiva”: una reazione difensiva che implica il disinteresse volontario e selettivo rispetto ai nuovi sviluppi.
Gli psicologi definiscono questo comportamento come disconnessione informativa, collegata al sovraccarico emotivo e cognitivo. Il cervello, letteralmente esausto, disattiva l’attenzione verso ciò che percepisce come costantemente stressante, nel tentativo di conservare energie mentali e proteggere l’equilibrio psicofisico. Non si tratta di negazione o incoscienza, ma di una risposta adattiva innescata dall’ansia cronica.
Perché reagiamo in modo così diverso?
La risposta a un evento stressante, come la persistenza della pandemia, varia da persona a persona. Ci sono fattori genetici, esperienze passate e predisposizioni personali che influenzano il modo in cui viviamo l’incertezza. Chi ha vissuto lutti, ansia o isolamento durante le prime ondate può restare più vulnerabile agli sviluppi futuri. Altri, esaurite le risorse emotive, preferiscono invece “chiudere i rubinetti” informativi per evitare un ulteriore sovraccarico.
Chi è più incline ai disturbi d’ansia, ad esempio, può sviluppare pensieri intrusivi legati alle nuove varianti, sentirsi costantemente minacciato e avere difficoltà a distaccarsi dalle notizie. In opposizione, altri tendono al ritiro emotivo per autoconservarsi, dimostrando un atteggiamento apparentemente più indifferente, ma in realtà altamente strategico per il proprio benessere.
Sintomi psichici dell’ansia legata al Covid
- Sensazione di pericolo costante o pensieri negativi ricorrenti
- Difficoltà di concentrazione o vuoti mentali
- Tendenza al controllo eccessivo delle notizie
- Sbalzi d’umore e irritabilità
- Sensazione di disconnessione dalla realtà
Sintomi fisici comuni dell’ansia
- Tachicardia e respiro affannoso
- Tremori e senso di oppressione al petto
- Dolori muscolari generalizzati
- Nausea o disturbi gastrointestinali
- Stanchezza cronica e tensione costante
Come proteggersi dall’infodemia e ritrovare equilibrio
Non è solo il virus a diffondersi, ma anche una quantità eccessiva di informazioni spesso contrastanti: è quella che l’OMS ha definito “infodemia”. Questo flusso continuo contribuisce ad alimentare il panico e peggiorare un’ansia già latente. Per aiutare la mente a difendersi in modo sano, è fondamentale rieducare il nostro rapporto con l’informazione e ritrovare una gestione più consapevole dello stress.
Alcuni semplici accorgimenti possono fare la differenza:
- Limitare l’esposizione mediatica: dedicare solo un momento specifico della giornata all’aggiornamento su notizie sanitarie evita il controllo compulsivo e ne riduce l’impatto emotivo.
- Praticare tecniche di rilassamento: yoga, meditazione, respirazione consapevole o semplice attività fisica aiutano a regolare l’attività del sistema nervoso e a ridurre i sintomi d’ansia.
Ristabilire un rapporto più sano con l’incertezza
L’emergenza sanitaria ha profondamente modificato la nostra relazione con la realtà. Alcuni cercano continuamente aggiornamenti per sentirsi più padroni della situazione, altri preferiscono prendersi delle pause informative per non essere sopraffatti. Entrambi gli atteggiamenti sono espressione di modalità legittime con cui il cervello affronta l’incertezza: non esiste una reazione “giusta”, esiste quella funzionale al benessere individuale.
Accettare i propri limiti emotivi, riconoscere quando l’ansia sfugge al controllo e rimettere ordine nel flusso di informazioni possono aiutare a ritrovare lucidità e benessere. Ristabilire un equilibrio mentale autentico passa quindi anche dalla capacità di dire “basta” e di riscoprire uno spazio di calma nel proprio vissuto quotidiano.
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